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Gay & Bisex

Cosa ordiniamo?


di Membro VIP di Annunci69.it CoscionaPerDaddy
10.03.2025    |    456    |    6 9.7
"Quando la porta si chiuse dietro di loro, la tensione tra di loro esplose..."
Andrea scorreva il telefono con il cuore che le batteva all'impazzata. Non riusciva a crederci: dopo giorni di messaggi e conversazioni notturne, finalmente si sarebbe incontrata con Lele. Le sue dita tremavano mentre rispondeva all'ultimo messaggio.

"Ti va di vederci domani? Ho prenotato un tavolo in un ristorante, mi piacerebbe conoscerti meglio."

Andrea non aveva mai incontrato Lele di persona, ma c’era qualcosa nei suoi messaggi che l’aveva colpita profondamente. Non era solo il suo modo di scrivere, così gentile e serio, ma anche quella sicurezza che traspariva da ogni parola. Era come se lui avesse vissuto mille vite e, nel frattempo, avesse imparato a guardare il mondo con un’ottica diversa. La sua curiosità per lei era palese, ma non invadente, eppure Andrea sentiva una connessione speciale, un legame che andava oltre la semplice attrazione.

Il giorno dell'incontro arrivò più velocemente del previsto. Andrea si preparò con attenzione, seguendo con cura ciò che Lele aveva chiesto di fare.
Doveva indossare una normale tuta dal taglio informale, quasi da passare inosservato, ma Lele aveva espressamente chiesto che oltre a questo avrebbe dovuto indossare un perizoma rosso e un plug telecomandato.
Poi, con il cuore che le batteva forte, si recò al ristorante.

Lele era già lì quando arrivò. Si alzò appena la vide entrare, il suo volto sorridente e accogliente. Era più basso di quanto lei si aspettasse, e la sua presenza dava un senso di sicurezza, quasi da nonno. Era una presenza solida, che infondeva tranquillità, ma non aveva decisamente intenzioni da nonno.

“Ciao, Andrea. Siediti e consegnami il telecomando” disse con un sorriso beffardo.

"Grazie... è un piacere incontrarti finalmente," rispose Andrea, cercando di non farsi sopraffare dall’emozione. Si sedettero e il cameriere portò subito il menù. Lele prese la parola, come se volesse rompere il ghiaccio con un tono di serietà che si mescolava a una dolcezza sottile.

“Voglio conoscerti davvero, Andrea. Non voglio che questo incontro sia solo una chiacchiera superficiale. Penso che tu sia una persona interessante, e mi piacerebbe sapere di più su di te, sulle tue passioni, sulle tue esperienze.”

Andrea rimase colpita dalla sua sincerità. Non c’era fretta nei suoi modi, nessuna pressione. Solo un genuino interesse, e questo la fece sentire a suo agio. Si rese conto che Lele non era solo il "signore in pensione" che aveva immaginato, ma un uomo con una profondità che la stimolava a parlare di sé in modo che non aveva mai fatto con nessuno prima.

“Mi piace leggere, scrivere... ma mi manca molto viaggiare. Ho sempre desiderato vedere posti nuovi, esplorare culture diverse,” iniziò Andrea, mentre si guardavano negli occhi. Lele la ascoltava attentamente, annuendo di tanto in tanto.

“Capisco. Viaggiare arricchisce la mente e l’anima,” disse lui con un sorriso pensieroso. “Io ho avuto la fortuna di fare molti viaggi quando ero più giovane, ma ora mi concentro più sulle piccole cose, quelle che ti fanno apprezzare davvero ogni singolo momento.”

Il loro dialogo scorreva naturalmente, ogni parola sembrava avvicinarli un po' di più. Lele stava azionando il telecomando nel mentre parlavano e Andrea sentiva il plug rovente, il suo culetto stava crogiolando a godere quella situazione, con davanti un uomo così serio apparentemente quanto porco bastardo nel suo reale intento.

“Mi piace come ti esprimi, Andrea. Sei molto più di quello che avevo immaginato. Penso che tu abbia un’anima profonda, e questo mi interessa,” le disse, il suo tono più caldo, ma sempre rispettoso.
Nel mentre di queste parole rassicuranti, la sua mano continuava a provocare Andrea non solo nella mente, ma anche nel culo.

Andrea si sentì sollevata da quelle parole. Quella serata non era solo un incontro casuale, ma qualcosa che aveva il potenziale di diventare importante. Lele sembrava aver capito esattamente cosa cercava senza bisogno di esprimere troppi dettagli. C'era una comprensione tacita tra loro, un’intesa che andava oltre le parole. Andrea sentiva di poter diventare una sua devota, pronta a seguirlo nel soddisfare ciò che la sua esperienza avrebbe tracciato tra loro due.

“La tua compagnia è davvero piacevole, Lele,” rispose lei con un sorriso, la sua timidezza svanita ormai del tutto.
"Inoltre, ciò che stai facendo con la mano in tasca, sta facendo venir a me voglia di scendere sotto il tavolo...ma non siamo soli" Andrea smise di essere timida.

Mentre il cameriere portava da bere, Andrea avvertì un’improvvisa tensione nell’aria. Lele la guardava in modo diverso, con una intensità che non lasciava spazio a dubbi: anche lui stava sentendo lo stesso. La sensazione era palpabile. Andrea abbassò gli occhi per un momento, il volto che si colorava di un lieve rossore, mentre il desiderio crescevano nel suo petto.

Poi, improvvisamente, Lele le parlò con voce bassa, come se volesse mantenerla solo tra loro due.

“Ti voglio, Andrea. Ma… non voglio che qualcuno ci veda. Mi sento come se fosse il momento giusto, ma dobbiamo essere soli.”

Andrea sentì il cuore accelerare. Quella stessa passione che si era insinuata tra di loro ora la pervadeva tutta. Non riusciva a dire nulla, ma il suo corpo parlava per lei. Si alzò lentamente, incrociando lo sguardo di Lele, che capì immediatamente cosa voleva. Si scambiarono un sorriso complice, come se entrambi sapessero che nulla sarebbe stato più lo stesso dopo quel momento.

“Seguimi,” disse Lele, alzandosi anche lui. Camminarono rapidamente verso il bagno del ristorante, lontani dagli occhi curiosi degli altri clienti. Quando la porta si chiuse dietro di loro, la tensione tra di loro esplose. Lele la guardò per un attimo, come se volesse assicurarsi che lei fosse davvero pronta, e quando Andrea gli fece un cenno impercettibile, si avvicinò a lei.

Lele la strinse delicatamente tra le braccia, le sue mani si posarono sulla sua schiena, e Andrea rispose con un mugolio che sapeva avrebbe provocato Lele. Il respiro di entrambi diventò affannato mentre il mondo intorno a loro sembrava svanire. Non c'era più niente, solo quella connessione elettrica tra di loro.

Lele abbassò la tuta di Andrea e vide finalmente che era stata rispettata la sua richiesta, un perizoma rosso era ora sotto la sua mano. La mano si insinuò a palpare il culo di Andrea e sollevando il perizoma con un dito, a passare la mano sul solco e sul buchetto ormai fradicio di Andrea.
"Vedo che non te lo sei fatta dire due volte di infilartelo, troietta" le disse con voce profonda.
"Si, lo volevo troppo, volevo che il mio porco bastardo si rivelasse per quello che è!" disse Andrea in tono di sfida, appoggiando la mano sul pacco di Lele.
Sentiva che il cazzo era ben turgido, voleva essere liberato dalla costrizione dei pantaloni e Lele non perse tempo "tiramelo fuori."

Andrea abbassò i boxer di Lele e un bel cazzo turgido si vedeva, sotto una pancia tonda che trasmetteva ad Andrea un misto di senso di eccitazione e tranquillità. Voleva prendersi cura di quel cazzo.
Iniziò a segarlo lentamente mentre Lele guardava il culo di Andrea e lo palpava con entrambe le mani.

Si staccarono un attimo per riprendere fiato, i volti vicini, le labbra appena sfiorate. "Voglio passare più tempo con te e possederti completamente" sussurrò Lele.

"Voglio essere tua, porco bastardo" rispose Andrea, il cuore che batteva ancora forte nel petto.

Andrea si chinò ed iniziò lentamente a succhiare la cappella del cazzo di Lele, il quale si mise immediatamente a respirare profondamente.

"Troietta,mmmmm, brava", Lele si chinò a sua volta leggermente su di lei, per arrivare a vedere meglio il plug anale ancora infilato nel culetto di Andrea.
Lo sfilò e diede uno schiaffo sul culo ad Andrea, che colse l'occasione come un invito ad andare più a fondo con la gola.

Lele iniziò ad infilare un dito al posto del plug, sentendo il caldo buco di Andrea pronto ad accoglierlo, già umido e voglioso.
Non fece passare molto tempo prima di infilare un secondo dito e stuzzicare così Andrea, che continuava a succhiare.

L'atmosfera era rovente, come se quel momento fosse troppo tempo che veniva atteso e rimandato.
Lele venne di colpo, con un potente fiotto di sborra ad inondare la gola di Andrea, che cercò di mantenere il controllo tra un conato e l'altro.
"Troietta, ti voglio" disse Lele sollevando per il collo Andrea, che era tutta piena in viso di un misto tra saliva e lo sperma appena ricevuto.

"Portami a casa tua, porco bastardo, fammi cosa vuoi". disse Andrea




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